Gabriella Musarra
Abstract
In un quadro caratterizzato dall’emergere di paure globali (il terrorismo, l’allarme ambientale, le epidemie. ,,,), al territorio locale viene riconosciuto un ruolo peculiare e di rilievo nella costruzione sociale della sicurezza. Occorre, pertanto, mettere in pratica una vera politica di messa in sicurezza delle nostre città, capace di superare i vincoli nazionali e regionali di bilancio in nome della condivisione di strategie e azioni che riguardano, oltre il miglioramento degli spazi pubblici, anche la sicurezza di tutte le reti infrastrutturali (incluso quelle sotterranee) e la gestione delle emergenze.
Il tipo di minaccia esistente verso le nostre città richiede un ripensamento dei livelli di governo coinvolti e dei veri temi su cui strutturare la risposta alle emergenze terroristiche. Agire con strategie comuni per rendere le infrastrutture urbane dei luoghi più sicuri attraverso la condivisione di strategie e innovazioni tecnologiche, può finalmente dare ai cittadini il segno di una reazione concreta e attenta alle esigenze quotidiane di chi vive o transita nei grandi centri urbani. Tocca, quindi, ri-disegnare la mobilità delle nostre città, gli spazi pedonali e qualunque altro luogo possa essere potenziale obiettivo di un atto terroristico.
Credo, pertanto, che in questo momento storico, in cui i valori della società occidentale vengono messi sempre più in discussione dall’esterno (dal terrorismo di stampo religioso radicale) ma anche dall’interno (dai populismi che vedono nel mito della “forza” un sinonimo di sopravvivenza), sia necessario pensare al futuro in modo strategico e visionario. Ed affidare, questo pensare strategico, al “popolo degli architetti” mi pare un approccio coraggioso, nella consapevolezza delle difficoltà nel sostenere idee di progetto robuste e ambiziose. Questo perché è proprio in presenza di situazioni di crisi che occorre migliorare la capacità d’intervento, analizzare i problemi e individuare le priorità d’azione.
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